Quando il disegno di moda diventa un’arte: omaggio al riminese René Gruau
“Sono nato a Rimini il 4 febbraio 1909. Per lo stato civile il mio nome completo è Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, ma da lungo tempo, nella vita come nel lavoro, sono più conosciuto come René Gruau“.
E’ René Gruau a parlare in un’intervista rilasciata nel 1993 a Laura Fontana in occasione della prima mostra realizzata a Rimini.
Il figlio del nobile riminese Renato Zavagli Ricciardelli e della nobile parigina Marie Gruau de la Chesnaie era nato nella loro villa di Covignano, dove la famiglia trascorreva i mesi estivi e dove era morto di meningite il primo ed unico figlio, Charles Felix.
L’inizio della carriera
René visse stabilmente a Rimini fino a 7 anni, quando i genitori si separarono con gran clamore. René fu affidato alla madre della quale prese il nome e che dilapidò tutta la sua fortuna per pagare l’avvocato.
Fino da bambino copiava abiti di donne elegantissime dalle riviste della madre “Vogue” e “La Vie Parisienne”, iniziando a formare la sua arte aristocratica, che successivamente affinò come allievo del pittore riminese Gino Ravaioli, noto per i suoi ritratti e xilografie.
A soli 14 anni, la situazione economica precaria della madre, lo costrinse a lasciare gli studi, ma sapeva disegnare e la madre lo presentò alla direttrice della rivista di moda italiana “Lidel”, che gli chiese di disegnare degli abiti.
Vera Rossi Lodomez, la direttrice della rivista, scelse uno schizzo sul quale era caduta una macchiolina d’inchiostro nero che somigliava ad una stella: era nato il segno distintivo della sua firma, che scaramanticamente continuò a ripetere in tutti i suoi disegni.
La notorietà con Dior
“Un altro personaggio che ricordo bene”, continua Renè Gruau nella sua intervista “è Marcello Dudovich. Quando l’ho conosciuto lui era già un disegnatore molto famoso, faceva soprattutto delle affiches e lavorava per la Rinascente”.
Poi afferma “Devo dire che quando ho iniziato a fare disegni di moda mi ispiravo soprattutto alle riviste francesi, però Dudovich mi ha influenzato moltissimo. C’è anche un disegno che ho fatto per Miss Dior nel 1949, dove è raffigurata una poltrona con una sciarpa appoggiata sopra, che mi è stato ispirato proprio da un’affiche di Dudovich del 1911, una pubblicità per i cappelli di Borsalino”.
All’inizio degli anni ’30 René si trasferì con la madre definitivamente a Parigi, dove iniziò a lavorare con “Le Figaro”, che il venerdì aveva una pagina speciale dedicata alla moda e dove conobbe Dior, anche lui giovane disegnatore. Da quel momento iniziò la loro amicizia e dopo la prima guerra mondiale anche il loro sodalizio professionale, che lo rese celebre in tutto il mondo.
La prima collezione di Dior, il 25 febbraio 1947, fu un trionfo e già nel 1949 apriva una filiale a New York.
Tutte le ragazze facevano copiare gli abiti del new look dalle loro sartine, con la vitina stretta, i guanti e le gonne ampie.
“Quelli del new look erano vestiti che stavano bene a tutte le donne”, sostiene Gruau.
La lusinga del cinema
“Negli anni ’50 sono andato a New York, dove avevo un appartamento. Lavoravo per Harper’s Bazaar” e poi dopo aver lavorato per breve tempo per la rivista “Flair”, René conobbe il luccicante mondo del cinema di Beverly Hills e tutte le sue star, ma quando la MGM gli offrì ponti d’oro per disegnare per il cinema, non accettò e tornò a Parigi.
A proposito del disegno di moda diceva che “non è una cosa semplice, anzi, credo che la cosa più complicata sia forse quella d’inventarsi sempre un contesto, un’ambientazione per l’abito. A me è sempre piaciuto ma è anche un lavoro stancante, occorre avere una fantasia inestiguibile. Io ho avuto fortuna e successo perché le idee non mi sono mai mancate. La fantasia mi ha sempre aiutato nel mio lavoro”.
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