MARCELLO DUDOVICH E I SUOI MANIFESTI PER LA MODA E PER RIMINI
Gli artisti ed i grafici delle Officine Grafiche Ricordi iniziarono nel 1889 a lavorare per i Magazzini Mele & C. di Napoli ed in circa 25 anni realizzarono centinaia di locandine e manifesti.
Uno dei più noti cartellonisti pubblicitari a disegnare i manifesti Mele è stato l’artista triestino Marcello Dudovich (1878-1962), che si dedicò in particolare alla comunicazione nel settore della moda e del fashion.
Dal 1906 al 1914 Dudovich creerà una ventina di splendidi manifesti per i Magazzini Mele, descrivendo i salotti dell’alta borghesia, dove le dame sfoggiano abiti e strascichi in seta e pelliccia, cappellini, gioielli e pettinature elaborate.
I soggetti maschili sono sempre in minoranza, come fossero semplici ospiti fra quelle belle dame.
L’ambientazione d’interni sofisticata e la moda ben riconoscibile dell’alta borghesia coinvolgeva il potenziale acquirente al punto da innescare nel consumatore medio il desiderio di poter ottenere i medesimi agi di un mondo, al quale era necessariamente escluso.
SOFFIANO VENTI DI GUERRA
Con l’inizio della primo conflitto mondiale, s’interrompe la collaborazione di Dudovich con la Ricordi, che è costretto a trasferirsi a Torino e dedicarsi a manifesti per la cinematografia.
La fine della guerra e gli anni Venti segnano l’inizio di un nuovo modo d’interpretare la grafica pubblicitaria.
Nel 1920 Dudovich fonda a Milano la società editrice STAR, per la quale lavorerà per tutti gli anni Venti e Trenta, un ventennio d’intensa produzione per marchi rinomati come La Rinascente, Generali, Agfa-Film, Fiat, Michelin, Pirelli.
Il manifesto di Borsalino del 1930, per la sua magistrale sintesi e l’assoluta eleganza del segno grafico, è ormai entrato nella storia della grafica pubblicitaria, non solo italiana.
DUDOVICH PER LA PROMZIONE DELLA RIMINI BALNEARE
Nei primi anni Venti, i bagnanti sono uno dei soggetti preferiti di manifesti, cartoline e copertine di riviste realizzate da Dudovich.
In questa serie rientra anche il famoso ed innovativo manifesto dal titolo “Il delfino rosso”, disegnato per la Fiera campionaria e la mostra d’arte svoltesi a Rimini durante la stagione balneare 1922, nel quale l’uso dell’immagine è ormai lontano dal canonico stile ottocentesco e si proietta nel futurismo.
La frequentazione della riviera da parte di Dudovich continuò anche negli anni successivi, perché ospite tra i più assidui della Tenuta Amalia di Villa Verucchio (Rimini), in virtù dell’amicizia che lo legava ai proprietari, la famosa cantante Gea della Garisenda ed il marito, il Senatore Teresio Giuseppe Lazzaro Borsalino, titolare dell’omonima azienda di cappelli.
Nel 1946 realizzerà alcuni affreschi a tempera su tre pareti del salone principale della villa.
L’effetto generale è di quattro padiglioni aperti sull’esterno, dotati di drappi, tendaggi e bandiere poste ai lati, per questo motivo la stanza è nota come “sala delle bandiere”, che incorniciano paesaggi attraversati da personaggi in abiti medievali, con un effetto di trompe-l’oeil che introduce lo spettatore nel paesaggio circostante.
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